mercoledì 16 settembre 2015

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 7,36-50 - “Le sono perdonati i suoi molti peccati”




  Luca 7,36-50

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola.
Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato;
e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure». «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?».
Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli.
Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati».
Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; và in pace!».
Parola di Dio
 
Riflessione

Questo brano di Vangelo mi ha toccata profondamente. E' come se Gesù facesse un confronto fra una persona molto “pia”, che però non ama Dio, e una persona non molto “religiosa” che invece ama Dio d'avvero.
Sta a noi dunque immedesimarsi in Simone o nella donna “peccatrice”... e poi correggere il “tiro” come conviene.
Vediamo con ordine i fatti: Gesù viene invitato a casa di Simone e, durante il banchetto, entra in casa una donna desiderosa di incontrare il Maestro per essere guarita dai suoi mali... per essere perdonata.
Ecco che subito si evidenziano due atteggiamenti diversi: quello di Simone e quello della donna... Il primo infatti ha invitato Gesù non perché l'amava... voleva essere apprezzato, penso... ma non l'amava. Infatti è molto attento a fare bella figura con i suoi amici, e per questo nel suo animo prova un certo disgusto vedendo la donna che si butta ai piedi di Gesù. Non solo... non ha il coraggio di dire niente, ma il suo pensiero: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice», fa capire la sua poca considerazione nei confronti di Gesù. E' come se lui si ritenesse migliore... e' come se lui ritenesse di avere una visione più giusta di ciò che stava accadendo. Mi immagino a questo punto anche le occhiate che si sarà scambiato con gli amici!!! E' il classico di una persona presuntuosa che cerca la forza nel gruppo. Simone quindi si confronta con gli uomini, mentre la donna si confronta con Gesù, con l'uomo perfetto e unico.
E' proprio quello che dobbiamo fare noi. Non dobbiamo infatti continuare a guardare e a criticare i difetti e le mancanze degli altri, ma dobbiamo volgere lo sguardo e il cuore verso Gesù. E' con la Sua Santità che dobbiamo confrontarci.
Dobbiamo insomma provare a esser un pochetto più umili e imparare a riconoscerci colpevoli, perché chi si crede migliore degli altri, forse perché vissuto all'ombra del campanile, se non riconosce la gravità dei suoi comportamenti non verrà mai perdonato; si potrà pure “ammazzare” di fatica cercando di fare bella figura davanti a Dio, facendo, facendo e facendo, ma alla fine niente di ciò che è solo apparenza sarà preso in considerazione nel bel giorno del giudizio.
Quando ci si ostina a vivere convinti di essere giusti senza mai mettersi in discussione, si corre il rischio di incappare in una situazione non molto piacevole. La potremmo chiamare bancarotta”… ma non quella semplice, causata da imprudenza, ma fraudolenta, e allora è un vero disastro...
Simone non si sente peccatore e così non riesce a comprendere appieno il perdono che Gesù concede alla donna, che invece è cosciente dei propri peccati e aspetta dal Salvatore la parola magica: «Ti sono perdonati i tuoi peccati».
Allora, chiediamo al buon Dio di darci un cuore nuovo, un cuore morbido, perché tutti abbiamo bisogno della Sua misericordia. Chi più... chi meno...
E' a questo punto che Gesù racconta la bella parabola del debito condonato: due persone avevano un debito impossibile da pagare... entrambi avevano quindi bisogno della misericordia del creditore. Anche se uno doveva 10 e l'altro 100, entrambi non potevano pagare il loro debito. E' come chiedere a due persone, una alta 1,50 e l'altra 1,90 di sistemare delle scatole su un armadio alto 4 metri... nessuno dei due è avvantaggiato dalla differenza di altezza. Ma la differenza nei due poveretti della storiella è che quello che doveva di più si è reso conto del suo debito, si è reso conto di aver accumulato un debito molto grande. Non così quello che doveva meno. La peccatrice infatti, non solo ha capito che la sua anima aveva necessità di essere pulita da tanti peccati, ma non ha ritenuto un sacrificio troppo grande portare con se e spargere sui piedi di Gesù il suo olio profumato e costoso, naturalmente dopo avergli fatto il bagno con lacrime di pentimento. A questo proposito diceva p.Marie Dominique Molinié nel libro “Chi comprenderà il cuore di Dio?”: “La grazia delle lacrime è la più preziosa e la più desiderabile di tutte, perché non porta con sé né presunzione né disperazione”.
Solo chi si umilia, chi riconosce veramente la mostruosità dei suoi peccati, comprenderà e apprezzerà per tutta la vita la grandezza della misericordia di Gesù. Al contrario se ci si ostina, come Simone, a non voler sentire il peso del proprio debito perché si è concentrati a pesare quello degli altri, si finisce prima o poi lontani da Dio. Solo Dio infatti sa esattamente il peso dei nostri peccati, non spetta a noi prendere la bilancia. Noi... siamo capaci di barare anche in questo! Santa Teresina di Lisieux nel libro "La storia di un'anima" al n. 120 scrive un bellissimo pensiero a proposito di questo episodio del Vangelo: "Lo so, «colui al quale si rimette meno, ama meno» ma so anche che Gesù mi ha rimesso più che a santa Maddalena perché mi ha rimesso in anticipo, impedendomi di cadere. Ah, come vorrei poter chiarire ciò che sento! Ecco un esempio che spiegherà il mio pensiero. Suppongo che il figlio d’un medico abile incontri sul suo cammino una pietra che lo faccia cadere; cadendo, egli si rompe un arto, e subito il padre corre a lui, lo rialza con amore, cura le ferite impegnando tutte le risorse della sua arte, e ben presto il figlio completamente guarito gli dimostra la propria riconoscenza. Certamente questo figlio ha ben ragione d’amare suo padre! Ma farò ancora un’altra ipotesi. Il padre, avendo saputo che sulla strada di suo figlio si trova una pietra, si affretta, va innanzi a lui, la rimuove senza che nessuno lo veda. Certamente questo figlio, oggetto della sua tenerezza previdente, non sapendo la sventura dalla quale è liberato per mezzo di suo padre, non testimonierà a lui la propria riconoscenza e l’amerà meno che se fosse stato guarito da lui. Ma se viene a conoscere il pericolo al quale è stato sottratto, non amerà di più suo padre? Ebbene, io sono quel figlio, oggetto dell’amore previdente di un Padre il quale non ha mandato il Verbo a riscattare i giusti bensì i peccatori. Vuole che io lo ami perché mi ha rimesso non già molto, bensì tutto. Non ha atteso che io lo amassi molto, come santa Maddalena, ma ha voluto che io sappia com’egli mi ha amata d’un amore d’ineffabile previdenza, affinché ora io ami lui alla follia! Ho inteso dire che non si è mai incontrata un’anima pura la quale ami più di un’anima penitente; ah! come vorrei smentire questa parola!".
E' solo Dio che condona il debito, è Lui che ha pagato per tutti, è Lui che si è accollato e si accolla ogni giorno le nostre miserie. Certo che mi viene da sorridere se penso ai periodi di condono fiscale tombale che in Italia spuntano ogni tanto... L'atrio dei commercialisti, pullula di imprenditori desiderosi di pulire la loro situazione tributaria pagando qualcosa in meno... in ogni caso pagano. Invece nelle vicinanze del confessionale, dove Gesù ci aspetta “gratis” per pulire la nostra coscienza... è sempre deserto!
E' inutile mentire a noi stessi, perché Dio conosce i nostri cuori. Possiamo fare tante cose nella nostra quotidianità e dire: io credo tanto in Dio... io faccio tante cose nella mia Parrocchia, io mi occupo della mia famiglia, io do l'elemosina, io offro il mio tempo a tanti... Ma alla fine, si fa d'avvero per Dio? Come sappiamo si possono fare tante cose “per Dio”... senza però amarlo. Allora è come se non si fosse fatto un bel niente!!!
Chiediamo al buon Dio di aumentare la nostra fede, in modo da riuscire a meravigliarci ogni volta e sempre del Suo grande amore, chiediamogli di aiutarci a riconoscere la gravità dei nostri “orrori”, in modo da apprezzare come Dio comanda la Sua misericordia. La cosa straordinaria è che, più vedi la grandezza del Suo amore, più ti senti colpevole dei tuoi peccati... più vedi la Sua misericordia e più lo ami. E' una ruota che gira...
Proviamo allora a fidarci di Gesù come ha fatto la peccatrice, andiamo da Lui senza preoccuparci degli altri, perché senza il Suo amore e il Suo perdono la vita è veramente pesante, triste e insipida.
Pace e bene

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